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Atri : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diTeramo.

Comuni

Comune di Atri

Atri: Informazioni turistiche

CENNI GEOGRAFICI ; Atri è un'antica città d'arte abruzzese del Medio Adriatico, che conta 11.326 abitanti. È in provincia di Teramo, ma è assai più vicina e meglio collegata a Pescara ed alla sua area metropolitana. La città capoluogo sorge su tre colli (Maralto, Muralto e Colle di Mezzo) che si affacciano sul mare Adriatico, verso il quale digradano, e su maestosi calanchi. Parte del territorio è pianeggiante, è attraversata dall'autostrada A/14 e si estende nei pressi della statale 16 Adriatica. Lì si trova una grande area industriale che confina con quella della vicina Pineto.
CENNI STORICI ; La trimillenaria Atri è una delle città d'arte più antiche e meglio conservate dell'Abruzzo adriatico e dell'intero Centro Italia. Furono gli Illiri, provenienti dalla Dalmazia, durante le migrazioni tra il X e il IX secolo a.C., a dare il nome alla città, la cui forma più antica, Hatria, deriva da Hatranus o Hadranus, divinità illirica - sicula raffigurata sulle monete cittadine, le più antiche dei popoli italici, coniate, secondo molti studiosi, tra il VI e il IV secolo a.C. Atri si contende con Adria, in provincia di Rovigo, l'onore di aver dato il nome al mare Adriatico. In seguito arrivarono le migrazioni umbro - sabelliche, a loro volta soppiantate dai Piceni, i cui corredi funerari possono farsi risalire al VII secolo a.C.
Atri ebbe una florida attività commerciale con gli Etruschi; i più interessanti monili etruschi qui rinvenuti sono conservati al British Museum di Londra. Entrò a fare parte, con Ascoli Piceno ed Ancona, della Confederazione Picena. Il suo importante porto le permise di vantare una temuta flotta e di avere contatti con la Grecia. Ben presto, però, si staccò dalla Confederazione e si alleò strettamente con Roma, la quale cercava capisaldi e sbocchi sull' Adriatico. Divenuta colonia latina nel 289 a.C., Hatria fu autorizzata da Roma a continuare a battere moneta. Si distinse in battaglia accumulando premi e privilegi. Nel periodo imperiale la città continuò ad essere un centro importante, diede origine alla famiglia dell'imperatore Adriano che la riteneva sua seconda patria ed in essa ricoprì la carica di quinquennale a vita e di curator muneris pubblici. L'Ager Hatrianus si estendeva a nord fino al fiume Vomano, a sud fino al fiume Saline, mentre il confine occidentale coincideva con le pendici del Gran Sasso. Nel Basso Medioevo patì un lungo periodo di decadenza e di abbandono. Fino al XIII secolo si hanno scarse notizie della città che, sotto i Longobardi, faceva parte del Ducato di Spoleto e nel XII secolo era feudo principale dei Conti d'Apruzio. Atri, per prima tra le città del Regno, si schierò dalla parte guelfa.
Nel 1251 papa Innocenzo IV istituì la Diocesi e concesse autonomia comunale, con territorio corrispondente a quello dell'antico agro coloniale romano. L'anno successivo la Diocesi di Atri fu unita "ad invicem" a quella di Penne. Nel 1305 fu completata la maestosa cattedrale, monumento nazionale, dedicata a Santa Maria Assunta e celebre per il pregevole ciclo di affreschi quattrocenteschi dell'artista abruzzese Andrea De Litio. Nel 1384 si verificò un terremoto che scosse anche Teramo. Nel 1395, Atri fu venduta per 35.000 ducati al Conte di San Flaviano Antonio Acquaviva, che fu il primo di 19 duchi, i quali dal 1455 ottennero per matrimonio la contea di Conversano, e Atri divenne capitale del Ducato.
La famiglia Acquaviva dalla fine del XV secolo aggiunse al proprio cognome l'appellativo d'Aragona con diploma regio del 1479 e fu autorizzato a fregiarsi delle insegne araldiche degli Aragona quale segno perpetuo di riconoscimento ricevuto da Andrea Matteo Acquaviva da parte del re di Napoli Ferdinando I, per il coraggio mostrato da suo padre Giulio Antonio Acquaviva nella battaglia di Otranto del 1480 contro i turchi che avevno assediato quella città e sterminato il suo popolo in nome della fede mussulmana. Nel 1563 (18 settembre) si verificò un terremoto che provocò la caduta del frontespizio della porta maggiore della cattedrale (cfr Sorricchio); Nel 1757 Atri tornò sotto il dominio diretto del Regno di Napoli, fino al momento in cui entrò a fare parte del Regno d'Italia. Il 10 giugno 1884 il terremoto che abbracciò tutto il versante adriatico creò conseguenze alle costruzioni di Atri come pure di Penne e Città Sant'Angelo.
DA VISITARE ; Il centro storico di Atri è ricco di monumenti, palazzi signorili, musei, caratteristici vicoli e piazze. Ogni palazzo, anche il più piccolo, ha una sua storia. La ricchezza e l'importanza dei monumenti, il centro storico ben conservato, ordinato e ricco di piante e fiori (molte volte premiato da Italia Nostra, che ha una sua sede in città) hanno fatto sì che Atri venisse proclamata a tutti gli effetti città d'arte. Architetture religiose Il duomo di Atri: la basilica concattedrale dell'Assunta La maestosa basilica concattedrale di Santa Maria Assunta, monumento nazionale, fu costruita a partire dal 1260 circa e finita nel 1305. La chiesa era stata costruita sull'Ecclesia de Sancta Maria de Hatria (IX secolo), a sua volta costruita su una cisterna romana che ne divenne cripta, costruita a sua volta su un tempio di Ercole poggiante su antichissime mura ciclopiche tuttora visibili nella cripta. Nel 1335, sul lato sud, fu edificata la chiesa di Santa Reparata, modificata nel '500. Sant'Agostino (oggi Auditorium Civico) ,San Francesco d'Assisi Si trova lungo Corso Elio Adriano, nei pressi di piazza Francesco Martella, a metà strada tra il duomo e il palazzo ducale.presenta otto cappelle. Lato sinistro: Cappella di Sant'Anna è ornata da stucchi barocchi e al centro presenta una tela del XVIII secolo circa ("Sant'Anna educa la Vergine") e in basso una nicchia in cui doveva essere un dipinto, ora sostituito da un'immagine recente del Sacro Cuore, mentre sul lato destro della cappella una statua (XX secolo) di Don Bosco. Cappella dell'Immacolata Concezione È ornata con stucchi e la nicchia presenta la statua, scolpita dalle ditte di Ortisei, dell'Immacolata con una corona argentea, mentre in basso si trovano due piccoli angeli che reggono torce, anche queste scolpite a Ortisei. Cappella dell'Addolorata È una delle più semplici della chiesa, e peraltro i pochi stucchi furono ritoccati nel XIX secolo. Nella nicchia, decorata con fiori, si trova la statua della Madonna dei Sette Dolori(XVIII secolo ?), coperta da un vestito nero ricamato d'oro e con un cuore trafitto dalle sette spade d'argento (la statua dovrebbe essere quella che anticamente si portava in processione il Venerdì Santo); sulle pareti si trovano affreschi del XIX secolo raffiguranti angeli che reggono i simboli della Passione e il cuore di Maria. Cappella di San Francesco Insieme alla Cappella di Sant'Antonio che le sta di fronte, è la più bella della chiesa. Qui l'abbondanza delle decorazioni e degli stucchi lascia veramente sorpresi; sulla nicchia un grande stucco del '700 raffigurante "San Francesco riceve le stigmate". Vi è anche una statua del Santo della ditta Santifaller di Ortisei (1960). Lato destro: Cappella di San Giuseppe È decorata da stucchi; l'altare presenta un dipinto del XVI-XVII secolo (probabile produzione abruzzese-napoletana) raffigurante "San Raffaele ordina a Tobiolo di pescare il pesce che risanerà il padre" e una piccola statua recente di San Giuseppe. Sul lato destro della cappella una grande scultura del Crocifisso, molto espressiva e drammatica (XX secolo), mentre sul lato opposto una nicchia che presenta un piccolo presepio (XX secolo). Cappella di Santa Barbara Decorata da stucchi di stile abruzzese, presenta al centro una tela di scuola napoletana del XVIII secolo raffigurante "Maria ed il Bambino adorati da San Gaetano": il pittore si ispira alla più pregiata tela della bottega del Reni a Santa Chiara in Atri. Si trova anche una piccola statua di Santa Barbara, un tempo portata in processione il 4 dicembre. Nella nicchia del lato sinistro, una statua "vestita" della Madonna del Carmine. Cappella del Sacro Cuore di Gesù È la cappella più recente, ma deve essere stata costruita su una barocca. È priva di qualche decorazione, tranne che una statua lignea del Sacro Cuore e una scritta a questo riferita. Cappella di Sant'Antonio In stile barocco e con stupendi stucchi napoletani del '700, al centro vi è una nicchia con un grande stucco ("Sant'Antonio in Estasi") e una statua del 1960 che raffigura il Santo, realizzata dalla ditta Santifaller di Ortisei. Dietro l'altare maggiore si trovano un grande organo a canne e un coro che presenta gli stucchi più belli della chiesa (XVII-XVIII secolo), opera di artisti napoletani. Sulla volta del coro dei piccolissimi resti di intonaci (XIV secolo) sono testimoni di un'antica decorazione medievale del tempio sacro. Anche in sagrestia si trovano resti di affreschi dello stesso periodo, purtroppo molto deteriorati.Altre chiese [modifica] Chiesa di San Giovanni Battista (conosciuta anche come chiesa di San Domenico) Chiesa di Sant'Andrea Apostolo (sconsacrata; oggi sede della Schola Cantorum "A.Pacini") Chiesa di San Gabriele dell'Addolorata (nel quartiere Croce Sant'Antonio) Chiesa di Santa Maria delle Grazie (in contrada Cona, sulla strada per Silvi-Pescara) Chiesa di Santa Croce (in contrada Crocifisso, sulla strada per Pineto) Chiesa dell'Addolorata Chiesa di Santa Marina (a Casoli) Architetture civili [modifica] Sparse nel territorio del Comune, diverse fontane archeologiche sec. X a.C. (come la Canale e la Pila, sulla strada per il mare, la Sp 28 per Pineto). Palazzo Acquaviva: noto anche come palazzo ducale, fu costruito nel 1395 e fino al 1760 fu la residenza degli Acquaviva d'Aragona, duchi di Atri. Dal 1917 vi è ospitato il Municipio. Nota per il suo caratteristico torrione medievale, dà nome alla piazza antistante (Piazza Acquaviva). Palazzo di Valforte: imponente edificio situato di fronte al Municipio, fu costruito nel XVIII secolo da un ramo cadetto della nobile famiglia Sorricchio, allora divenuta proprietaria delle tenute vinicole di Valforte (nei pressi di Città Sant'Angelo). Casa Paolini: elegante edificio rinascimentale, posto quasi di fronte la chiesa di San Francesco. Perfettamente conservato è il portale, del XVI secolo. Albergo Nuovo: edificio in stile liberty costruito nel 1922, in Piazza Martella. Ospitò per lungo tempo l'unico vero hotel della città. Palazzo Vecchioni: grande edificio che occupa tutta Via Probi, sul lato destro della chiesa di San Francesco. Costruito alla fine del '600, dal XIX secolo in poi fu diviso tra vari proprietari (che in parte ne modificarono l'assetto in base ai propri gusti). Il nucleo più importante del palazzo, completamente affrescato, è di proprietà della famiglia Scalone. Palazzo Illuminati: si trova lungo Corso Elio Adriano ed è il palazzo più grande della città (dopo il Municipio). Costruito nel 1882, dal 1883 al 1917 ospitò sia la sede comunale che il carcere; quindi, fino al 2002, è stato sede del Liceo Classico. Oggi ospita la sede distaccata del Tribunale di Teramo. Caratteristica dell'edificio sono i suoi portici. Palazzo Mambelli: in Piazza Duomo, fu edificato intorno al 1750 su un preesistente edificio. Della costruzione precedente, è ancora rimasto il bel porticato. Il palazzo si sviluppa per buona parte di Via Card. Cicada, fino a Piazza San Pietro (anche se oggi è diviso tra varie famiglie). Palazzo Grue: bella costruzione neogotica, dietro la chiesa di San Nicola. Fu costruita dalla famiglia Illuminati su una precedente casa medievale dei Grue, i noti ceramisti di Castelli. Palazzo Arlini: costruzione semplice ma molto imponente, in Via Ferrante. Appartenuto a questa nobile famiglia lombarda, nonostante le trasformazioni barocche ha conservato quasi del tutto il suo carattere rinascimentale. Palazzo Bindi: tutto in mattoni, sito tra Via Bindi e Via Santa Chiara. E' del XVIII secolo. Palazzo Guidetti: si trova accanto a Palazzo Bindi. Risale alla fine del '700 e i soffitti delle stanze sono ornati da delicati affreschi neoclassici con le scene della Divina Commedia. Il Teatro Romano (area archeologica, nei pressi di Palazzo Cicada) sec. III - II a.C. Il Teatro Comunale sec. XIX (progettato dall'architetto teramano Nicola Mezucelli) Palazzo Cardinal Cicada sec. XVI (sorge sull'omonima via del centro storico) Monumento ai Caduti in piazza Francesco Martella Ex Scuderie del Palazzo Ducale (utilizzate per l'allestimento di mostre)

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Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie, prodotti tipici nel comune diAtri

Agriturismi nel Comune di Atri Tot: (1)  -  Bed and Breakfast nel Comune di Atri Tot: (1)  -  Ristoranti nel Comune di Atri Tot: (2)  - 

Hotel, Agriturismi, Bed and Breakfast, Ristoranti, Pizzerie nel comune di Atri

Atri (Comune)  -  Il Berrettino Agriturismo (Agriturismi)  -  I Tre Ghiottoni (Ristoranti)  -  Cornelia B&B (Bed and Breakfast)  -  Castellum Vetus 2.0 (Ristoranti)  - 

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