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Comune di Teramo
Teramo : Informazioni turistiche
In quel grande affresco che è la provincia teramana, fitta di paesi, borghi, rocche e resti archeologici, si possono gustare prospettive diverse, ma sempre ammalianti, di distese campestri. In questa terra l’ambiente declina le regole di un vivere assai antico, testimoniato dai resti che rimandano ad arcaici riti e a forme di vita che affascinano nel silenzio assordante di una natura ancora per molti aspetti incontaminata. Teramo, adagiata su una lingua di terra lambita dal corso del fiume Tordino e del torrente Vezzola, è depositaria di una storia antica: nelle sue viscere si conservano le testimonianze dell’antico villaggio protostorico, tra i solidi muri in calcare e laterizio risuona l’eco ovattata del pulsare della vita dell’antica urbs, la romana Interamnia, al tempo stesso municipio e colonia. La città è ricca di tracce del fasto di passate stagioni: tracce ammiccanti ora dal muro curvilineo dell’anfiteatro, ora dai maestosi archi dei vomitoria del teatro, ora dal piano pavimentale della domus, entro cui troneggia la grintosa presenza di un leone azzannante la sua preda. Una ricchezza che può essere ammirata anche nella bellissima Cattedrale di Santa Maria Assunta, la cui costruzione fu iniziata nel 1158, un tempo spettatrice delle contese fra le due antiche famiglie dei Melatino e dei Mazzaclocchi. Nel territorio circostante, all’ombra del Gran Sasso, si possono ammirare altri gioielli dell’arte romanica: S. Giovanni ad Insulam, S. Maria di Ronzano, S. Maria a Vico e S. Maria di Propezzano.
Teramo trova la sua identità anche in un percorso museale a “cielo aperto” di cui il Museo Archeologico, situato nel cuore del centro storico, diventa il “centro” di lettura dell’intero territorio cittadino. Una rete di luoghi narrati che, con il Museo, la Pinacoteca, i suoi siti, gli edifici sacri e privati di interesse storico-artistico, i molteplici spazi dedicati all’arte contemporanea e alle sue diverse espressioni, alcuni dei quali in working progress, contrassegna la città quale spazio ideale di cultura diffusa.
Tra i riti di sacra memoria, come non citare la tradizionale e toccante processione penitenziale della Madonna Addolorata del Venerdì Santo che, nel buio notturno di un’alba invernale ancora incerta, percorre le strade del centro e visita sette chiese alla ricerca del figlio morto. Tra le rievocazioni storiche come non citare gli storici cortei rinascimentali della “Festa dei Trionfi” e “della Pace”, nei quali sfilano i gonfaloni dei quattro storici quartieri, si avvicendano giochi popolari, spari di fucili, canti, balli e tanta musica. Tra gli eventi recenti come non citare la travolgente chiassosità della “Notte Bianca”, la terza ad essere stata realizzata dopo Roma e Parigi, che ha registrato negli anni uno straordinario e crescente successo grazie alla peculiarità della proposta e alla particolare conformazione del centro storico di Teramo, che fanno della manifestazione un unicum nel panorama regionale e tra le più apprezzate in ambito nazionale. Ancora “Teramo città aperta al mondo”, evento multiculturale inserito all’interno della “Interamnia World Cup di Handball”, il più importante torneo di pallamano giovanile del mondo, dal 1973 occasione di socializzazione fra i giovani di circa 100 nazioni, allegro e vivace contatto fra diverse razze.
Ancora il mondo delle parole, con il prestigioso “Premio Teramo” dedicato ad un racconto inedito, giunto ormai oltre la cinquantesima edizione; la realtà straordinaria del “Maggio Festeggiante” e dei suoi eventi dedicati alla musica, al teatro, alla danza; la manifestazione “Cineramnia”, che trasforma la città in un grande set cinematografico offrendo la possibilità agli stessi abitanti e ai turisti di recitare in un film per risvegliare una curiosità sopita negli anni o un talento sottovalutato, si alterna ai numerosi piccoli e grandi eventi musicali e teatrali.
La forte identità culturale di questo territorio si connota anche attraverso i sapori locali che rievocano tradizioni millenarie, come il famosissimo “piatto delle virtù” che si può gustare a Teramo solo il 1 Maggio, a recuperare un rituale collettivo che in questa data, sin dal Medioevo, approntava una magnifica minestra con gli avanzi della madia e dell’orto; e ancora i maccheroni alla chitarra, il timballo, le scrippelle ‘mbusse, le mazzarelle, la ‘ndocca ‘ndocca, i caggionetti, protagonisti di una cultura culinaria ricca anch’essa di storia, di segreti tramandati, di esperienze lasciate in eredità. Cibi e pietanze innaffiate sempre da vini che da tempo hanno lasciato le cantine dei vecchi contadini per trasformarsi in vero “nettare degli dei”, sotto le mani di abili e raffinati produttori vitivinicoli, tanto da poter aspirare ed ottenere prestigiosi premi internazionali.
Una lunga teoria di eventi, dunque, un crogiuolo di suggestioni e stimoli legati all’antica memoria della città nella quale storia, natura, fantasia e creatività hanno profuso i germi di un vissuto autentico, voluto e ostentato da una comunità che conserva nel proprio codice genetico tradizioni millenarie e un culto dell’ospitalità tipica della terra abruzzese.
Tratto da: teramoculturale.it
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