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Tortoreto : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diTeramo.

Comuni

Comune di Tortoreto

Tortoreto : Informazioni turistiche

In epoca neozoica, si verificava un ulteriore innalzamento nelle zone appenniniche. Due colossi proboscidati arricchivano la fauna locale: il MASTODON e il MAMMUT (elephas meridionalis). Nel 1964, durante i lavori di sterro sul fianco nord della Fortellezza fu trovato un elephas fossilizzato; il femore era lungo mt. 2, con epifisi di mt. 0,92 di circonferenza. Altro reperto interessante fu quello di un Bos primigenius. Varie sono le stazioni eneolitiche affiorate con gli scavi archeologici del prof. A. M. Radmilli. Concezio Rosa condusse una campagna di scavi in Tortoreto e in territorio di Corropoli rinvenendo vari villaggi e fondi di capanne eneolitiche. Il territorio si estendeva su 24.000 mq.
Il centro storico è posto su una collina alta 227 mt. In epoca romana era chiamato CASTRUM SALINI. L’AGER PALMENSIS comprendeva la città di Palma, scomparsa, il Castrum Salini, Alba del Piceno e i due villaggi di Servium e Salinum secondo lo storico Plinio il Vecchio e Procopio di Cesarea (De Bello Gotico).
Il territorio tra il Salino e la Vibrata fino ai confini di Sant’Omero e Corropoli ebbe travagliati periodi con le monarchie feudali. Nel 867 l’Imperatore Ludovico II donò il nostro territorio (detto Turturitus) all’Abate Bertario di Montecassino. Sorsero più di 14 chiese sulle colline patronate dai Duchi di Atri o dagli Abati cassinesi. Con Carlo d’Angiò il feudo passò a Berardo da Tortoreto, eminente personaggio dell’Abruzzo medievale, eletto Giustiziere di Abruzzo e poi di Sicilia col titolo di Viceré. Berardo divenne signore di molti paesi.
Nella seconda metà del 1500 si verificarono scontri tra le truppe francesi e spagnole sul fiume Tronto e sulle colline di Tortoreto.
Nel '600 le coste adriatiche erano battute dalla pirateria e dal banditismo nonché da assalti di navi turche e sotto il dominio spagnolo iniziò il periodo della decadenza sociale ed economica. Il Comune amministrava pochi beni spesso venduti a beneficio del Re di Napoli. Baroni e Comuni furono sovraccaricati di tasse. Oltre all’amministrazione comunale c’era l’amministrazione delle cappelle laicali che erano cinque, alle quali erano stati affidati o donati molti terreni a beneficio delle Compagnie o Confraternite. Con l’avvento di Napoleone esse furono ridotte solo a tre e infine con decreto di De Pretis furono cedute alla Congregazione di carità. L’esercito francese con le nuove idee di uguaglianza e libertà causò gravi danni alle chiese da dove scomparvero importanti opere d’arte e documenti antichi, ma anche a Tortoreto si innalzarono gli alberi della libertà e sorsero i primi movimenti carbonari.
Molti furono i tortoretani che poi parteciparono alle guerre d’Indipendenza, alla prima guerra d’Africa del 1896 e alle successive guerre.
Nella prima guerra mondiale caddero al fronte cinquantasei soldati. Con l’avvento del fascismo Tortoreto fu espropriato della Sede Comunale, della Caserma dei Carabinieri, della Farmacia, della Tesoreria, del Medico condotto. Nel 1934 scoppiò la ribellione popolare contro le Autorità, il Preside della Provincia, il Podestà e il Segretario del Fascio. Furono imprigionate quattro donne e un uomo e dopo due mesi e mezzo furono tutti assolti per insufficienza di prove.
La seconda guerra mondiale lasciò una grave eredità di distruzione e di morte. Tortoreto Lido e Tortoreto Stazione furono distrutte per buona parte mentre la miseria dilagava. Difficile e lungo fu il percorso della ricostruzione. Nel 1956 dopo libere elezioni il Comune fu diviso e Alba Adriatica sorse come Comune indipendente con 9 Km quadrati.
Oggi Tortoreto è un centro balneare importante della costa adriatica, vanta una flotta di barche per la pesca delle vongole, a strascico e a volante, ed una zona industriale sempre attiva e fabbriche di mobili, di metallurgia e di confezioni. Il bel lungomare è ricco di alberghi, pensioni e villaggi turistici.
ARTE
Il centro storico presenta un’architettura medievale divisa in tre zone: Terravecchia, Terranova e Borgo. Terravecchia è l’incastellato più antico contornato da mura a scarpa, dalla torre dell’orologio fino a palazzo Liberati. Ivi sorse l’antica parrocchia di S.Eufemia la cui chiesa è stata intitolata prima a S.Antonio, poi a S.Agostino. Terranova è unita con un ponte in laterizio a Terravecchia e termina con il torrione e la prepositura di S. Nicola. Intorno al 1400 si sviluppò la parte esterna del paese, il Borgo, fino alla chiesa del Carmine (ex S. Rocco).
La Chiesa di S. Rocco fuori le mura fu costruita nel 1529 e ristrutturata nel 1881 con una bella facciata di mattoni gialli in stile neoclassico.
Nel 1348 fu costruita la Chiesa della Madonna della Misericordia dopo la terribile peste che colpì l’Europa.
Nel 1526 Giacomo Bonfini (1470-1557 c.) di Patrignone (AP) dipinse in affresco tutta la cappella rappresentando gli ultimi quattro giorni della vita di Gesù Cristo. Forse fu allievo di Pietro Vannucci detto il perugino, ma le decorazioni a candelabra sono simili a quelle del Pinturicchio, al quale il Bonfini si ispirò soprattutto nella Natività molto simile a quella della cappella Baglioni di Spello (PG). Il trittico absidale rappresenta l’Inchiodatura, la Crocifissione e la Deposizione. Ai piedi del crocifisso si può ammirare Tortoreto e il mare con le barche.
Sul soffitto a vele sono rappresentati i quattro evangelisti ed una sibilla (Eritrea) con il libro in mano. Al centro è dipinto Cristo risorto su una mandorla dorata. Gli affreschi di Tortoreto sono considerati il più bel capolavoro del rinascimento teramano. Il restauro fu effettuato da una cooperativa fiorentina nel 1974 sotto la direzione di Giuseppina Magnanimi.
Le attribuzioni a Nicola Filotesio dell’Amatrice, a Vincenzo Pagani, a Martino Bonfini (nipote di Giacomo) sono state del tutto abbandonate dopo gli studi di Giuliano Rasicci avvalorati dal prof. Walter Fontana di Urbino e dal prof. Ferdinando Bologna.
Tratto da: comune.tortoreto.te.it

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